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Viaggio a Cocullo - La Dea Angizia e il rito dei serpari

Viaggio esperienziale a Cocullo con Eidos Formazione

Viaggio a Cocullo - La Dea Angizia e il rito dei serpari

Viaggio a Cocullo - La Dea Angizia e il rito dei serpari

I viaggi di EIDOS: storia, cultura, natura, escursioni, pratiche energetiche e meditative


Introduzione

Per fine aprile abbiamo organizzato un viaggio alla scoperta delle bellissime terre Abruzzesi e più precisamente a Cocullo, nella provincia dell’Aquila, famoso per il rito dei serpari.

Faremo escursioni nell’alta valle del Sagittario, tra grotte, boschi, laghi ed eremi e parteciperemo alla festa dei serpari che si tiene tutti gli anni il 1° di Maggio.

Si tratta di una celebrazione folcloristica in cui si fondono le usanze pagane e la tradizione cristiana: qui, infatti, la devozione per San Domenico, protettore dal morso dei rettili, si intreccia con il rito arcaico dei “serpari”.

Durante le escursioni e le visite guidate faremo diverse pratiche energetiche e meditative per immergerci completamente nella storia e nella magia di quei luoghi.


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La Dea Angizia e il rito dei serpari

Dall’antica dea Angizia alla festa odierna di San Domenico a Cocullo: il rito dei serpari attraversa i secoli.

Un santo che esce dalla propria chiesa completamente avvolto di serpenti tra il crepitio degli applausi e le urla dei fedeli in massa, accalcati sotto il sole: una visione che sconvolse nei secoli, divenne persino oggetto di scandalo, eppure non spense mai la curiosità di fedeli e semplici spettatori che ogni anno, a maggio, si riversano a Cocullo per assistere a quella che sembra essere una delle ultime reliquie viventi di un mondo che non esiste più. Il passato che abbraccia il presente per raccontare la storia di una terra che vive di memoria e non rinuncia a nulla di se stessa, piuttosto assorbe e riutilizza i propri simboli, resistendo ad ogni tentativo esterno di costrizione, persino di censura.

Sappiamo dagli storici romani, come Plinio il Vecchio, e dai grandi letterati, come Virgilio stesso, che l’area appenninica popolata dagli antichi Marsi era interessata dal culto della dea Angizia, esperta di arti occulte come le sue mitiche sorelle, Circe e Medea, guaritrice abile e incantatrice di serpenti. Per venerarla, il popolo cui lei stessa, si dice, avrebbe trasmesso le capacità di cui andava fiera, ne portava in processione la statua e con essa le serpi catturate nella zona.

Questa sorta di processione propiziatoria si consumava a primavera inoltrata, perchè la dea dei Marsi era anche una divinità legata ai culti della fertilità e per questo veniva celebrata nella stagione della rinascita della natura, dopo la lunga notte invernale. I serpenti poi, di cui lei si diceva conoscitrice prima, in grado non solo di renderli mansueti, ma anche e soprattutto di renderne innocui morso e veleno, venivano uccisi al termine della processione, esattamente come avveniva, ma fortunatamente non avviene più, per la festa del Santo oggi, a Cocullo.

I punti di contatto tra le due liturgie sono moltissimi e appare evidente come l’antico si riversi oggi nel nuovo culto di San Domenico, odierno volto del culto pagano della dea dei Marsi. A chi abbia nel tempo voluto obiettare che Cocullo fosse troppo lontano dal cuore del culto di Angizia, venerata prevalentemente sulle rive del lago del Fucino, va ricordato che la zona è comunque stata interessata da un’altra figura mitica, ugualmente vicina alla simbologia del serpente: il divino Ercole.

Figlio di Giove e di una delle sue più famose fughe amorose, quella con la splendida Alcmena, rischiò la vita appena nato quando Giunone, feroce di gelosia, tentò di ucciderlo nascondendo nella sua culla due enormi serpenti velenosi. Leggenda vuole però che il bambino, incredibilmente, riuscisse ad ucciderli entrambi, soffocandoli con la sola stretta dei pugni, alzandosi in piedi dal piccolo giaciglio. Di statue dell’eroe, possiamo starne certi, è disseminata l’intera marsica, Cocullo compreso, la cui area, per la verità, risulta piuttosto periferica rispetto al resto della zona.

Compresi i perchè di questa bizzarra tradizione, non ci rimane che ammirare l’abile capacità di quei serpari, giovani o vecchi, donne o uomini che siano, che trascorrono le settimane prima del giorno della festa raccogliendo i propri esemplari di serpenti locali, il Cervone, il Biacco, la Biscia dal Collare, del tutto innocui per l’uomo, per custodirli, offrirgli cibo e prepararli alla festa che ora trova la sua data fissa il primo di ogni maggio.

Per tutta la giornata i serpenti, in compagnia dei propri serpari, si offrono volentieri al pubblico curioso, che cerca un contatto ravvicinato unico nel suo genere. Durante la processione, poi, accompagnano il Santo per le vie del paese, quasi conoscessero, a loro modo, ruolo e modalità. A fine giornata ogni serparo riprende i serpenti, riconoscendo i propri esemplari da segni di smalto impercettibili sulla loro pelle, per riportarli esattamente dove li avevano trovati, in natura. La festa così si chiude ogni anno a notte inoltrata, con fiumi di curiosi che lasciano il piccolo borgo che, per un giorno soltanto, sembra far rivivere, come una magica porta temporale, quella che per secoli è stata una delle più antiche tradizioni misteriche del nostro paese.


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Cosa vedremo nei dintorni

Il Parco Lucus Angitiae è il ponte naturalistico tra il Parco Nazionale dell’Abruzzo, la Riserva naturale del monte Salviano, il Parco dei Monti Simbruini e il Parco regionale Sirente-Velino. A renderlo particolare, tuttavia, non sono solo la felice posizione geografica e le sue bellezze naturali e paesaggistiche: in questo luogo, considerato sacro e magico sin dall’antichità, coesistono, infatti, natura, storia e mitologia. Il Parco è ricco di monumenti, opere d’arte e resti archeologici dall’età del Bronzo fino al Medioevo e al Rinascimento.

Il toponimo Grotta d’Orlando prenderebbe origine dai miti popolari sui cavalieri di Carlo Magno. Secondo altre interpretazioni il nome attuale sarebbe una corruzione di “Grotta urlante”, nome che a sua volta deriverebbe da suoni simili ad ululati prodotti dalla circolazione del vento nella cavità. La grotta è visitabile e lo spazio antistante è attrezzato con segnaletica ed un piccolo spazio di sosta. La tradizione popolare luchese lega questa grotta a favolosi “tesori” che qui sarebbero stati nascosti dai briganti. All’interno della caverna è conservato un antico abbeveratoio realizzato con un tronco di legno scavato, che raccoglie acqua di stillicidio. La grotta, molto probabilmente, fa parte del più ampio Sistema dei Centopozzi.

Sulle rive del lago del Fucino sorgeva un’antica città chiamata Angizia (Anxa). Era situata dove ora sorge il cimitero e le sue rovine sono visibili da tanti luoghi. La citta, preromanica, era abitata dai marsi, e i suoi abitati si opposero con forza alla dominazione e alla conquista dei romani. Molti reperti venuti alla luce casualmente o durante lavori pubblici e privati danno testimonianza dell’importanza del sito archeologico. I suddetti reperti, statue, sculture a bassorilievo, monete ecc. sono ora custoditi presso il museo storico di Chieti.

Il nome Angizia deriva dalla Dea che gli abitanti adoravano, Angizia appunto, in onore della quale era stato edificato un tempio di cui si conosce con esattezza l’ubicazione. La Dea era sorella della più famosa Maga Circe e di Medusa, dea dalla testa ricoperta di serpenti, che pietrificava gli uomini con il solo sguardo.

Angizia (in latino Angitia o Angita, da anguis, serpente; in peligno Anaceta) era una divinità adorata dai Marsi, dai Peligni e da altri popoli osco-umbri, associata al culto dei serpenti. Poiché i serpenti erano spesso collegati alle arti curative, Angizia era probabilmente una Dea della guarigione. I Marsi, che la consideravano più una maga che una dea, dovevano a lei la conoscenza dell’uso delle erbe curative, specie quelle contro i morsi di serpente. Le venivano attribuiti altri poteri, come quello di uccidere i serpenti stessi col solo tocco.

Le escursioni verranno guidate da un Accompagnatore di Media Montagna e Maestro di Escursionismo, iscritto al Collegio Regionale delle Guide Alpine Abruzzo che, oltre a portare i partecipanti nel punto prestabilito con la massima professionalità ed esperienza, darà informazioni utili, illustrando flora, fauna e geologia del territorio, senza tralasciare le tradizioni, le leggende e la cultura.

Le pratiche meditative e sciamaniche saranno guidate da Catia Massari formatrice, ricercatrice, studiosa, operatrice olistica, counselor e apprendista.


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Programma

27 aprile

27 aprile: Arrivo agli Hotel scelti dai partecipanti

Le escursioni guidate partiranno dall’Hotel di Villalago

28 aprile

🔸 Escursione guidata al Lago di San Domenico: tra boschi, laghi e eremi

Escursione guidata dal borgo di Villalago al Lago e all’Eremo di San Domenico, nell’alta Valle del Sagittario, Riserva Naturale Regionale del Lago di San Domenico e Lago Pio

Lunghezza a/r: 6,5 km
Dislivello andata: 100 m salita, 200 m discesa
Dislivello ritorno: 200 m salita
Durata: 4,5 ore (soste incluse)
Difficoltà: medio/facile

Partenza ore 9.00 presso la piazza del paese di Villalago
Partiremo dal Lago Pio per poi attraversare il bellissimo borgo di Villalago e giungere a una terrazza sulla bellissima alta Valle del Sagittario. Cammineremo in un sentiero che si inoltra in un bosco di conifere e arriva al Lago di San Domenico… meraviglia delle meraviglie! Le sue acque hanno un colore bellissimo, qualcosa di stupefacente, e si potrebbe stare lì a guardarlo per ore…

🔸 Pratica: Viaggio con il Tamburo Sciamanico per ricevere la Visione dallo Spirito del Lago e fare un’offerta di ringraziamento. Portare con sé del tabacco da pipa che servirà come segno di gratitudine per accogliere il dono che lo Spirito del Lago ci porterà sotto forma appunto di “Visione”.

Dal lago andremo in visita all’Eremo di San Domenico, dove, anticamente, l’uomo nella sua spiritualità cercava solitudine e riflessione, vivendo a stretto contatto con la montagna e i suoi elementi.

Ritorno per un giro ad anello che si ricongiunge al sentiero dell’andata.

🔸 A fine escursione spostamento con le auto proprie (20 min. ca) verso Anversa degli Abruzzi per un’escursione guidata con il Serparo.
Durata: 2/3 ore

Che cos’è il Viaggio Sciamanico alla ricerca della Visione?

Linee generali del rito originario

Hambleceya (Lakota), Vision Quest (Inglese), Busqueda de Vision (Castigliano) o Ricerca della Visione, sono termini equivalenti che stanno a rappresentare un atto volto e determinato ad un preciso scopo.

In origine questo rito era al centro della spiritualità indigena americana, seppur l’isolamento ed il digiuno non erano certo sconosciuti alle tradizioni, per esempio, dell’antica Europa, o dell’Asia dove mistici e uomini di fede si isolavano, spesso su di un monte, in preghiera e digiuno in attesa d’incontrare Dio. E’ infatti la completa assenza di nutrimento dall’esterno che porta l’anacoreta o il Cercatore a rivolgersi all’interno e cercare la verità ultima, quella di Dio, dentro di sé.

Per mezzo della Ricerca della Visione inoltre furono scoperti altri rituali importanti che divennero, e ancora sono tutt’oggi, parte integrante delle tradizioni Nord-americane.

Basicamente l’implorare per una Visione consisteva nell’isolarsi dai luoghi abitati e trovare una zona appartata dove il Cercatore poteva restare diversi giorni in preghiera e in digiuno da cibo ed acqua. In questa situazione sono soliti prodursi fenomeni visionari che potranno poi essere relazionati con la vita futura dell’individuo e che, in molte occasioni, paiono avverarsi.

Secondo la tradizione Lakota, qualsiasi persona può implorare per una Visione, uomo o donna, giovane o anziano, la unica differenza è che la Ricerca della Visione degli uomini è solita realizzarsi in luoghi elevati e solitari come le Montagne, mentre le donne si ritirano in luoghi più pianeggianti e vicino a territori abitati.

I motivi per i quali si realizza la Ricerca della Visione sono stati diversi nel corso del tempo, però generalmente è possibile raggrupparli in due categorie: la Ricerca come impulso alla crescita interiore o la Ricerca come atto propiziatorio di fronte alle Divinità. In questo ultimo caso è l’offerta della propria vita che viene posta di fronte alla Divinità stessa; infatti in tempi antichi era molto comune realizzare la Ricerca della Visione come atto sacrificale.

La durezza delle condizioni imprescindibili (digiuno e isolamento) cui l’iniziato doveva sottoporsi per portare a termine questo rituale, lo tramutarono in un atto ideale per essere offerto alla Divinità (principalmente Wakan-Tanka, divinità omnipervadente della cosmogonia Lakota) come forma di pagamento per qualche tipo di beneficio ottenuto, come la guarigione di un familiare, desiderio, potere o fortuna nella caccia o nella guerra. Molti nativi quindi, per ottenere il favore richiesto, o anche prima di chiederlo, si ritiravano sulla Montagna come offerta.

Un altro dei motivi che spingeva i Lakota a compiere la Ricerca della Visione era il desiderio di conoscere il futuro e/o aumentare la loro conoscenza individuale. Allo stesso modo questo rituale si prestava (e si presta tutt’ora) ad essere adeguato nella formazione dello Sciamano, dell’Uomo di Medicina o come aiuto a tutti quelli che hanno a che fare con qualche tipo di forma d’irrequietudine spirituale che spinge alla ricerca di maggiore conoscenza sulla realtà che ci circonda.

Visione moderna

Molti studiosi hanno eletto la Ricerca della Visione come base per alcune terapie psicologiche, come la Terapia Primaria di Arthur Janov (1970). Questo sistema di cura si basa sulla privazione sensoriale come metodo per ri-sperimentare i blocchi emotivi vissuti nell’infanzia; l’idea base di Janov è che rivivendo i traumi infantili sia possibile curare le nevrosi.

Sicuramente tutti quelli che hanno portato a termine la Ricerca della Visione in una forma seria riconoscono che questa apporta comunque una profonda chiarezza emotiva anche per quello che riguarda le proprie relazioni primarie; la sensazione dopo che si è realizzato questo rituale è estremamente gradevole (sebbene sia concepibile pensare il contrario), quantunque non sia possibile affermare con certezza che sia di giovamento a patologie nevrotiche, per noi sarà la Visione che il Divino in noi ci porterà attraverso lo Spirito del Lago che un tempo era terra del popolo dei Marsi.

29 aprile

🔸 Escursione guidata alla Grotta d’Orlando: tra misteri, magie, bosco e sacralità

Spostamento con mezzi propri per il paese di Luco dei Marsi (1 ora ca), luogo di inizio dell’escursione guidata.

Escursione guidata alla Grotta d’Orlando nel Parco Lucus Angitiae, all’interno del comune di Luco dei Marsi.

Escursione ad anello: Fonte San Leonardo, strada dei Centopozzi, Grotta d’Orlando, Cento Pozzi, Fonte Longagna

Difficoltà: E (medio)
Durata a/r: 6 ore ca (soste incluse)
Dislivello: 650 m
Lunghezza a/r: 8 km

Il Parco Lucus Angitiae è il ponte naturalistico tra il Parco Nazionale dell’Abruzzo, la Riserva naturale del monte Salviano, il Parco dei Monti Simbruini e il Parco regionale Sirente-Velino. A renderlo particolare, tuttavia, non sono solo la felice posizione geografica e le sue bellezze naturali e paesaggistiche: in questo luogo, considerato sacro e magico sin dall’antichità, coesistono, infatti, natura, storia e mitologia. Il Parco è ricco di monumenti, opere d’arte e resti archeologici dall’età del Bronzo fino al Medioevo e al Rinascimento.

Sulle rive del lago del Fucino sorgeva un’antica città chiamata Angizia (Anxa). Era situata dove ora sorge il cimitero e le sue rovine sono visibili da tanti luoghi. La citta, preromanica, era abitata dai Marsi, e i suoi abitati si opposero con forza alla dominazione e alla conquista dei romani.

Molti reperti venuti alla luce casualmente o durante lavori pubblici e privati danno testimonianza dell’importanza del sito archeologico. I suddetti reperti, statue, sculture a bassorilievo, monete ecc. sono ora custoditi presso il museo storico di Chieti.

🔸 Pratica: Bagno di suoni della Foresta Sacra

Il nome Angizia deriva dalla Dea che gli abitanti adoravano, Angizia appunto, in onore della quale era stato edificato un tempio di cui si conosce con esattezza l’ubicazione. La Dea era sorella della più famosa Maga Circe e di Medusa, dea dalla testa ricoperta di serpenti, che pietrificava gli uomini con il solo sguardo.

Angizia (in latino Angitia o Angita, da anguis, serpente; in peligno Anaceta) era una divinità adorata dai Marsi, dai Peligni e da altri popoli osco-umbri, associata al culto dei serpenti. Poiché i serpenti erano spesso collegati alle arti curative, Angizia era probabilmente una Dea della guarigione. I Marsi, che la consideravano più una maga che una dea, dovevano a lei la conoscenza dell’uso delle erbe curative, specie quelle contro i morsi di serpente. Le venivano attribuiti altri poteri, come quello di uccidere i serpenti stessi col solo tocco.

30 aprile

🔸 Escursione sul “Sentiero del Cuore” per ammirare dall’alto la bellezza del Lago di Scanno

L’escursione ha inizio dalle rive del lago di Scanno in uno dei luoghi turistici più noti d’Abruzzo. Scanno è considerato uno dei borghi più belli d’Italia e tutto concorre a renderlo un luogo unico al mondo. Forse per le sue architetture storiche, testimonianti la ricchezza del paese. Forse per la sua storia, leggibile nelle decorazioni dei portali o nelle pareti delle case. Oppure per quell’atmosfera che si respira nei vicoli storici. Ma soprattutto per la presenza del vicino lago, formatosi da una erosione della montagna in tempi molto lontani a noi. E proprio quel lago rappresenta una delle attrazioni preferite in Abruzzo. Soprattutto quando visto da una particolare prospettiva assume la forma di un cuore, azzurro. Un punto specifico per godersi quella immagine, raggiungibile attraverso un sentiero.

Il nostro cammino inizia sul Sentiero del Cuore e ci consente di raggiungere l’eremo di Sant’Egidio, una piccola chiesa del ‘600 sita sull’omonimo colle, da cui è possibile godere della suggestiva ed emozionante vista del lago a forma di cuore.

Durata: 4 ore ca (10 minuti da Villalago)

🔸 Pratica: Meditazione del Sacro Spazio del Cuore

🔸 A fine escursione visita non guidata al paese di Scanno.

🔸 Visite guidate Santuario di Angitia (1 ora ca dal paese di Villalago)
La visita al Santuario di Angitia, una delle aree sacre più importanti della Marsica, permetterà di scoprire interessanti aspetti della società italica, del culto della Dea Angitia e della religione. Attraverso l’analisi dei resti archeologici si fornirà una ricostruzione dei monumenti antichi con riferimento al contesto in cui sono inseriti e alle diverse tipologie costruttive dei templi.
Durata: 1h,5 ca.

🔸 Pratica: Meditazione cerimoniale per onorare la Dea Angizia

🔸 Visita ad Alba Fucens 1 ora ca dal paese di Villalago (20 minuti dal tempio di Angitia)
La visita ad Alba Fucene, città romana fondata nel 304 a.C. ai piedi del Monte Velino, permetterà di ammirare le rovine di un’antica domus romana, i resti di muira difensive e l’antico teatro romano. Sul colle di San Pietro, una delle tre colline che circondano Alba Fucens, la Chiesa di San Pietro in Albe, un gioiello alto medievale edificata sui ruderi di un precedente tempio pagano.
Durata: 2 ore ca.

1 maggio

🔸 Cocullo e i serpenti

A Cocullo si celebra la festa dei Serpari. La più famosa e misteriosa celebrazione folcloristica abruzzese è un evento in cui si fondono le usanze pagane e la tradizione cristiana: la devozione per San Domenico, protettore dal morso dei rettili, si intreccia con il rito arcaico dei “serpari”.

Si narra che San Domenico, minacciato di morte, fuggì da Villalago per raggiungere Cocullo. Lasciando il paese frappose tra se e i suoi aggressori un orso a guardia della strada. A Cocullo si fermò per sette anni, e vi lasciò un suo dente e un ferro di cavallo della sua mula. Per questo la mattina della ricorrenza, i fedeli tirano con i denti una catenella per mantenere i denti in buona salute e poi si mettono in fila per raccogliete la terra benedetta.

La cerimonia e la statua di San Domenico coperta di serpenti

La cerimonia ormai fissata il primo maggio di ogni si ripete immutata da molti anni: durante la messa celebrata nella chiesa di Cocullo i fedeli fanno dei veri e propri rituali propiziatori dall’antico sapore pagano, ma convertiti e immersi nel sostrato religioso del culto di San Domenico, uno dei santi più famosi nel centro Italia, che con il suo pellegrinaggio ha toccato molti luoghi di queste zone.

Prima dell’inizio della processione i serpari mostrano ai pellegrini tutti i serpenti catturati durante il mese precedente, facendoli toccare alla folla in modo da contrastare le paure per la natura e il soprannaturale. Una volta incamminatasi sulle spalle di quattro portatori, la statua del santo viene cosparsa dai serpenti e toccata da tutti i fedeli. Si consuma un rituale da forte valore catartico, sia di celebrazione del Santo, visto non solo come il protettore dalle insidie della natura (come il mal di denti e il morso dei serpenti) ma anche da tutti i mali del mondo.

Superare il terrore del contatto con i serpenti, ritenuti animali pericolosi da evitare in qualunque situazione, significa superare il terrore dell’incertezza della vita. I fedeli utilizzano i propri denti per tirare una corda attaccata a una campanella, propiziandosi contro il mal di denti. Allo stesso modo raccolgono la terra benedetta custodita dentro la chiesa per curarsi dai mali futuri, spargendola nei campi.

I serpenti catturati

La ricerca e cattura dei serpenti inizia verso la fine di marzo, quando le nevi che circondano Cocullo iniziano a scomparire, e i serpari cocullesi si avventurano nei boschi alla ricerca di alcune specie selezionate di serpenti, ovviamente non velenosi. I serpenti vengono raccolti con cura e attenzione, e vengono posti in particolari cassette di legno (un tempo venivano utilizzati recipienti di terracotta. I serpenti vengono poi nutriti con topi vivi e uova sode in modo da mantenerli vivi fino alla cerimonia. Le specie che vengono raccolte sono in genere la biscia dal collare, il cervone, il saettono e il biacco, tutti rigorosamente non velenosi. Al termine delle festa tutti i serpenti catturati vengono sempre liberati, tornando nel loro ambiente naturale.

 

Le escursioni verranno guidate da un Accompagnatore di Media Montagna e Maestro di Escursionismo, iscritto al Collegio Regionale delle Guide Alpine Abruzzo che, oltre a portare i partecipanti nel punto prestabilito con la massima professionalità ed esperienza, darà informazioni utili, illustrando flora, fauna e geologia del territorio, senza tralasciare le tradizioni, le leggende e la cultura. La guida si riserva il diritto di modificare programma e itinerari, in base a valutazioni personali per la sicurezza del gruppo e in base alle condizioni meteo.

Materiale ed Equipaggiamento: Il modo migliore per tenere sempre sotto controllo la propria temperatura corporea è probabilmente quello di vestirsi a strati: uno strato primario per regolare la traspirazione, uno strato intermedio capace di mantenere la temperatura corporea costante ed uno strato superiore per proteggersi dagli agenti esterni.
Zaino da montagna, scarpe da trekking, bastoncini telescopici (consigliati), pile o maglione, cappello, guanti, giacca a vento impermeabile, pantaloni comodi, maglietta di ricambio, medicinali personali, borraccia per l’acqua (1,5 lt), sali minerali, frutta secca, pranzo al sacco.

Le pratiche come meditazioni, cerimonie e viaggi saranno a cura di Catia Massari Counselor di Medicina Integrale, creatrice e direttrice di Accademia Eidos Formazione, ricercatrice spirituale e formatrice, libera professionista ai sensi della legge N° 4 del 14/01/2013.


ISCRIVITI

• Durata: 5 giorni

• Date e orari: 27-28-29-30 aprile e 1° maggio 2023
Arrivo il 27 aprile sera e partenza il 1° maggio sera

• Docenti: Catia Massari

• Costo della sola esperienza: € 390 a persona

👉 Il costo comprende:
escursioni, pratiche olistiche e sciamaniche da fare in natura, meditazione, bagno di foresta, viaggio sciamanico con il tamburo alla scoperta dello spirito della Dea Angizia e dei Marsi, esperienza con un “serparo”, guida al sito archeologico della Dea Angiza e del bosco.
👉 Tutto il resto è a carico partecipante:
Pernottamento in struttura scelta dal partecipante, pasti, viaggio e tutto ciò che concerne la propria persona.

– È necessario dare un acconto del 30% che non verrà restituito in caso di disdetta da parte del partecipante
– Le iscrizioni devono pervenire entro la fine di marzo

– Il ritrovo sarà a Villalago (AQ) Abruzzo
Consigliamo alcune strutture presenti in zona da contattare a carico dei partecipanti:
– B&B La Locanda del Lago Lucciola tel. 0864 740109 / cell. 392 618 6902 / cell. 392 637 6868
– B&B I Laghetti cell. 331 417 4975
– B&B La Tana dell’Orso cell. 338 872 8067
– B&B L’Antico Borgo cell. 320 316 9756



Per partecipare

    Come iscriversi

    🔸 Per iscriverti al viaggio scrivici su WhatsApp o su Telegram oppure compila il modulo qui sotto e versa un acconto del 30% per confermare l'iscrizione:

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    🔸 L'acconto non verrà restituito in caso di disdetta da parte del partecipante.
    Verrà restituito solo in caso di annullamento del corso da parte della direzione.

    🔸 Puoi versare l'acconto in due modi:
    1) con bonifico bancario intestato a:
    Massari Catia - IBAN   IT52 A088 5268 0510 2201 0279 324
    2) con ricarica Poste Pay 5333 1711 1294 3853
    Dovrai poi inviare copia della ricevuta del versamento, assieme ai dati anagrafici, all'indirizzo email segreteria@eidosformazione.it

    🔸 Al raggiungimento del numero minimo di partecipanti ti contatteremo per confermarti lo svolgimento del corso e da quel momento potrai effettuare il saldo.

    🔸 Si ricorda che pernottamento in struttura scelta dal partecipante, pasti, viaggio e tutto ciò che concerne la propria persona sono a carico dei partecipanti.


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    Cara Catia,
    Ti scrivo inanzitutto per RINGRAZIARTI🌹❤️
    È da un paio di settimane che “casualmente” ho scoperto i tuoi oracoli del mattino e mi sto guardando le dirette passate e ora seguo con interesse e presenza.
    Ovviamente sono capitati proprio in questo momento dove stanno/potrebbero Avvenire cambiamenti interessanti, momento in cui mi sento ancora più consapevole della vita e la mia strada si illumina sempre di più anche se ombre, dubbi, paure e giudizi e Ego vengono sempre a galla.
    Sono qui perché voglio allenarmi ad osservare, a dire si alla mia anima e a trovare l’equilibrio accogliendo gli opposti. Proprio come parli nei tuoi video. Grazie per questo che dono che stai mettendo a disposizione per noi🙏💞

    Sono felice in Germania e ancora di più perché sento una connessione potente con l’Italia e con te più che mai cara maestra. Davvero tante volte e anche più volte al giorno ti ringrazio nel mio cuore per tutto ciò che ho scoperto, imparato ed evoluto attraverso i tuoi insegnamenti e le tue pratiche.

    Ho praticato Reiki alla mia coinquilina ed è stata meglio. Lo pratico al cibo e in altre occasioni. Anche al lavoro con i bambini o prima di dormire.

    Il messaggio di oggi dell oracolo è guardacaso proprio quello che mi serve per ciò che sto vivendo.
    La mia coinquilina è tosta ed è anche lei una maestra perché attraverso di lei vengono fuori emozioni antiche ma a volte è difficile perché mi arriva quella sensazione che lei “sa tutto” della vita e anche della mia e tocca tante corde delicate. Dice di essere una delle persone più positive che ci siano ma poi spesso si lamenta perché alcune sue aspettative non corrispondono e questo mi fa lavorare sui miei sensi di colpa e su ciò che invece io sono e i miei tempi che mi occorrono per evolvere.

    Forse riuscirò a maggio a lavorare nell asilo nel bosco qua. Il mio sogno. E proprio quando si sta realizzando arrivano delle paure. Ed è interessante da osservare come ogni esperienza ha semplicemente i lati ombra e i lati luce come la luna ogni notte.

    Le scelte per me sono sempre ardue e sto imparando che ogni scelta apre ad altre possibilità.

    Lavoro poi sull’ironia. Prendo le cose un po troppo sulserio ultimamente mentre potrei vivere con molta più leggerezza.

    È così bello il sentiero della vita e ora sono tornata a Trier e vivo proprio accanto al bosco e ogni giorno sono la a camminare e/o meditare.

    Ti mando tanto Amore, anche a tutti a casa e alla tua associazione e accademia.

    ❤️🌹Aho🙏❤️💞

    – Elena S. –

    Nel 2013 vengo a conoscenza dell’Associazione il Richiamo di Catia Massari, decido di partecipare a una presentazione di cerchi di donne “Luna Rossa”. Quella sera decido di partecipare all’evento, è stata la scelta migliore che potessi fare per migliorare la mia vita. Catia mi è subito entrata dentro, la sua semplicità, il suo modo di esprimersi (fatti non parole) come dice sempre, poi il modo di presentare il progetto è stato per me un varco luminoso che si apriva. Da quel momento partecipo settimanalmente agli incontri: meditazione, reiki, cerchi di donne, viaggi sciamanici e tanti altri progetti. Catia in questi anni per me è stata un’insegnante, una guida, mi ha aiutato a comprendere la mia direzione, mi ha portato a fare chiarezza e comprende tante situazioni che mi causavano, dolore sia fisico, sia emozionale. Ad oggi la sensazione più forte è quella di avere imboccato la strada giusta per me. Catia in questo è stata la lanterna al mio fianco, pronta a sostenermi e a incoraggiarmi a trovare la mia direzione, il mio compito in questa vita. Grazie Madre di esserci sempre, un abbraccio di ❤️

    – Monica N. –