• Date e orari:
Giovedì 12 Ottobre 2023 dalle 21.00 alle 23.00
Giovedì 26 Ottobre 2023 dalle 21.00 alle 23.00
Giovedì 9 Novembre 2023 dalle 21.00 alle 23.00
Giovedì 23 Novembre 2023 dalle 21.00 alle 23.00
Giovedì 14 Dicembre 2023 dalle 21.00 alle 23.00
– È possibile partecipare a UNA O PIU’ SERATE A SCELTA, indicandolo nel modulo in fondo a questa pagina al momento dell’iscrizione
• Dove: in presenza presso via L. Settembrini 30/A, Savignano sul Rubicone (FC)
• Docente: Catia Massari
• Costo del corso: € 25 a incontro
– Le iscrizioni devono pervenire necessariamente entro le ore 12:00 della data a cui si vuole partecipare
– Eventuali disdette da parte del partecipante vanno comunicate almeno 24 ore prima dell’incontro. In caso contrario la quota di iscrizione non verrà restituita
La teatroterapia viene definita come la messa in scena dei propri vissuti, nel contesto di un gruppo, con il supporto di alcuni principi di presenza scenica che derivano dall’arte dell’attore. L’attore è la personalità che assumendo un determinato ruolo entra totalmente nel vissuto senza tener presente il contesto che è stato messo in scena per dargli la possibilità di esprimere la sua Opera.
La si può definire come una disciplina che, dando la possibilità di staccarsi dalla quotidianità si sposta su un altro piano e riesce a caratterizzare un nuovo modo di osservare, attraverso il gruppo, la propria personalità si muove dando le sue informazioni a che si compia il proprio disegno esprimendo le proprie emozioni attraverso l’espressione comunicativa corporea.
L’occasione nasce dalla possibilità di interpretare dei ruoli che possono essere stati occasioni di traumi e dispiaceri. Attraverso la messa in scena di parti profonde dell’identità individuale si possono superare periodi di disagio sviluppando delle strategie di coping per accedere alle risorse interiori fondamentali per il proprio benessere psicologico ed emotivo dandoci la possibilità di aprirci a nuove esperienze di trasformazione interiore.
La ricerca condotta, lungo il Novecento, intorno ai processi psicofisici impliciti nel lavoro creativo dell’attore, si è spinta al punto di dover riconoscere che «nel sapere dell’attore, in certe sue pieghe e potenzialità, si specchiano pratiche di igiene spirituale che non sono solo di attori. […] L’effetto collaterale per cui l’attore è anche colui che dall’interno “assapora” la propria azione, può essere coscientemente elaborato e trasformato in un fine. Le tecniche dell’attore, cioè, possono essere utilizzate come vie per una disciplina del sé, per ottenere una dilatazione della percezione e magari della coscienza. Da ciò l’apparente paradosso per cui le tecniche dell’attore possono essere senza fine di spettacolo» (Taviani, 1996: 145).
Ognuno di noi vive in solitudine i propri drammi interiormente e, questo provoca una dissociazione della personalità, in quanto le emozioni che causa il dolore vissuto sono così tangibili ,che ci fanno dimenticare chi siamo e perché siamo qui. La difficoltà è quindi staccarsi dal proprio dramma personale e guardare oltre alle proprie passioni che ci assorbono talmente tanto da allontanarci dalla nostra vera natura. La drammaterapia è una modalità attiva ed esperienziale che da la possibilità al partecipante di facilitare la possibilità di raccontarsi, esprimendo le proprie emozioni in maniera appropriata, stabilendo delle mete, risolvendo i problemi, migliorando i rapporti interpersonali, accrescendo la propria flessibilità nell’esprimere i ruoli che si vanno a creare nelle tante relazioni instaurate nell’arco degli anni, dandoci la possibilità di crearne delle nuove.
“Ogni nostra espressione manifesta, è un rituale nella grande cerimonia che è la vita”
Secondo Jospeph Campbell (1949) Il Viaggio dell’Eroe è la narrativa originaria, il “monomito” da cui si dipartono tutte le altre (miti, fiabe, leggende). Questa struttura rispecchia il viaggio nella vita di ogni individuo. Ma soprattutto rappresenta un archetipo della trasformazione: l’eroe ritorna dal suo viaggio cambiato e pronto per una nuova fase dell’esistenza.
Hellinger ci parla:
“Smetti di dubitare di te stesso e prenditi cura della tua unicità.
Come il fiore più prezioso del tuo albero.
Sei il sogno di tutti i tuoi antenati.”
Chi di noi non si è mai sentito rifiutato? E’ una delle ferite emozionali più antiche, la quale può manifestarsi già dal grembo materno. Capita che una donna dopo aver scoperto di essere gravida rifiuti mentalmente e emozionalmente questo stato e nello stesso tempo inconsciamente anche il bambino/a, sia attraverso le parole che i pensieri il bambino/a capisce e sente tutto a livello embrionale; anche se poi la donna accetterà e accoglierà il suo stato e di conseguenza il bambino/a l’informazione primaria è già stata trasmessa. Questo atteggiamento può condizionare la psiche in formazione del nascituro che lo potrebbe interpretare come un rigetto assoluto ed una minaccia alla sua sopravvivenza, creando una serie di squilibri che lo accompagneranno per tutta la vita.
Ma il rifiuto lo viviamo anche da adulti, pensiamo ad un amore rifiutato, ad un dono rigettato, ad una richiesta inascoltata. Le emozioni che si muovono dentro di noi creano una maschera che metteremo per difenderci da ogni rifiuto ricevuto.
Conoscere la Maschera che ha creato questa ferita ed indossarla ci aiuterà a viverla senza giudicarci, per guidarci verso la nostra guarigione.
Ferita strettamente collegata all’adulto a cui il bambino attribuisce ed affida la sua sicurezza e la sua stessa sopravvivenza. Nel momento stesso in cui l’adulto manifesta un atteggiamento di distacco, di allontanamento quindi di “ abbandono” anche solo emotivo nei confronti del bambino, quest’ultimo lo potrebbe vivere come un vero e proprio strappo nei confronti di una situazione di sicurezza e stabilità, come il mondo crollasse in quel momento. Il dolore che viene provocato da questo senso di “ abbandono” è strettamente collegato alla ferita del RIFIUTO, molto spesso colpisce e bambini che vengono abbandonati dalla madre. Da adulti viviamo l’abbandono come una sorta di punizione per un nostro modo di vivere la relazione. Il sentirsi abbandonati e soli ci crea una sorta di dipendenza affettiva che ci impedisce di autodeterminarci e complica di molto il senso di autostima.
Conoscere la Maschera che ha creato questa ferita ed indossarla ci aiuterà a viverla osservando la nostra capacità di autodefinirci e ricordandoci che di fatto nessuno è solo e abbandonato.
Di solito si sviluppa dai due ai cinque anni ed è collegata quasi sempre alla vergogna di qualche parte del corpo e al controllo degli sfinteri. Quante volte ci siamo sentiti umiliati? Che cosa significa la parola umiliato?
Dal vocabolario : v. tr. [dal lat. tardo humiliare, der. di humĭlis «umile»] (io umìlio, ecc.). – 1. letter. Abbassare, inchinare in segno di rispetto: u. il capo, u. la fronte davanti a qualcuno; Del feroce animal, che pria sì queto Gìa di fior cinto, e sotto a la man sacra Umilïava le dorate corna (Parini). 2. a. Mortificare qualcuno offendendone e ledendone la personalità e la dignità, così da causare in lui uno stato, giustificato o ingiustificato, di grave disagio, di avvilimento e vergogna: “non credevo di umiliarlo, offrendogli un po’ di soldi; anche se aveva sbagliato, non dovevi umiliarlo rimproverandolo davanti ai dipendenti; la povertà non può e non deve u. nessuno; non è giusto u. qualcuno per un difetto fisico; la sua triste situazione familiare lo addolora e lo umilia; con uso assol.: una beneficenza, un contegno sprezzante che umilia.”
Conoscere la Maschera che ha creato questa ferita e indossarla ci aiuterà a comprendere meglio quali sono le emozioni che sono state generate da questa ferita e come agiscono in noi impedendoci di crescere ed evolvere.
Ferita emozionale collegata al genitore del sesso opposto e quindi al complesso di Edipo e di Elettra. Il bambino è geloso interiormente del partner del genitore e non lo manifesta, interiorizzando la ferita. I bambini che soffrono di questa ferita fissano l’attenzione sul mantenimento delle promesse.
Chi di noi non si è sentito tradito almeno una volta nella vita? Chi di noi ha tradito almeno una volta nella vita? Ma la domanda più interessante è: chi ha tradito chi? Siamo sicuri che il tradimento sia solo dell’altro nei nostri confronti? Molte relazioni finiscono a causa di determinati tradimenti che non sono solo fisici ma possono essere di tanti tipi, un tradimento porta ad un sentirsi colpito nella propria parte più intima, più nascosta e fragile.
Il tradimento più conosciuto e esaltato è quello della relazione di coppia, dove l’amore che era stato promesso viene a mancare distruggendo un’immagine costruita e ben definita, ma anche in una amicizia si vive un tradimento come in tante occasioni dove i ruoli si intersecano nelle tante relazioni che costruiamo nell’arco della nostra vita.
Conoscere la Maschera che ha creato questa ferita e indossarla ci aiuterà a comprendere meglio quali sono le strategie da mettere in atto per svalutare il valore dato alla situazione e osservare la stessa sotto un altro punto di vista, portando così la guarigione in noi.
Si manifesta tra i quattro e i sei anni, nei confronti del genitore dello stesso sesso; ma poi si risveglia nell’età scolare quando il bambino si sente sottovalutato da una figura autorevole. Nasce come conseguenza alle aspettative del genitore nei confronti del figlio.
L’ingiustizia è qualcosa che viviamo anche da adulti nella società in cui viviamo dove determinate leggi vengono applicate in modo poco ortodosso e difficilmente eque nei confronti soprattutto dei più fragili e deboli. Questo crea una sorta di ribellione o di passiva accettazione che và ad inficiare le nostre scelte sia da un punto di vista sociale che personale.
Quante volte ti sei sentito trattato ingiustamente? La reazione a questa ferita innesca una serie di situazioni in cui la persona può assumere un atteggiamento di chiusura e di distacco.
Conoscere la Maschera che ha creato questa ferita ed indossarla ci aiuterà a sanare tante delle nostre relazioni che possono trovare una nuova interpretazione e una nuova possibilità di crescita.
SCOPO
E’ possibile riconoscere, accettare e metabolizzare la proprie maschere, superare le paure per le quali sono nate e tornare a vivere secondo la nostra vera natura, la nostra pura essenza.
Spesso ci sentiamo rifiutati, abbandonati, traditi, umiliati e trattati ingiustamente, ma in realtà ogni volta che ci sentiamo feriti è entrato in campo il nostro Ego, a cui piace credere che la colpa sia di qualcun altro.
Cara Catia,
Ti scrivo inanzitutto per RINGRAZIARTI🌹❤️
È da un paio di settimane che “casualmente” ho scoperto i tuoi oracoli del mattino e mi sto guardando le dirette passate e ora seguo con interesse e presenza.
Ovviamente sono capitati proprio in questo momento dove stanno/potrebbero Avvenire cambiamenti interessanti, momento in cui mi sento ancora più consapevole della vita e la mia strada si illumina sempre di più anche se ombre, dubbi, paure e giudizi e Ego vengono sempre a galla.
Sono qui perché voglio allenarmi ad osservare, a dire si alla mia anima e a trovare l’equilibrio accogliendo gli opposti. Proprio come parli nei tuoi video. Grazie per questo che dono che stai mettendo a disposizione per noi🙏💞
Sono felice in Germania e ancora di più perché sento una connessione potente con l’Italia e con te più che mai cara maestra. Davvero tante volte e anche più volte al giorno ti ringrazio nel mio cuore per tutto ciò che ho scoperto, imparato ed evoluto attraverso i tuoi insegnamenti e le tue pratiche.
Ho praticato Reiki alla mia coinquilina ed è stata meglio. Lo pratico al cibo e in altre occasioni. Anche al lavoro con i bambini o prima di dormire.
Il messaggio di oggi dell oracolo è guardacaso proprio quello che mi serve per ciò che sto vivendo.
La mia coinquilina è tosta ed è anche lei una maestra perché attraverso di lei vengono fuori emozioni antiche ma a volte è difficile perché mi arriva quella sensazione che lei “sa tutto” della vita e anche della mia e tocca tante corde delicate. Dice di essere una delle persone più positive che ci siano ma poi spesso si lamenta perché alcune sue aspettative non corrispondono e questo mi fa lavorare sui miei sensi di colpa e su ciò che invece io sono e i miei tempi che mi occorrono per evolvere.
Forse riuscirò a maggio a lavorare nell asilo nel bosco qua. Il mio sogno. E proprio quando si sta realizzando arrivano delle paure. Ed è interessante da osservare come ogni esperienza ha semplicemente i lati ombra e i lati luce come la luna ogni notte.
Le scelte per me sono sempre ardue e sto imparando che ogni scelta apre ad altre possibilità.
Lavoro poi sull’ironia. Prendo le cose un po troppo sulserio ultimamente mentre potrei vivere con molta più leggerezza.
È così bello il sentiero della vita e ora sono tornata a Trier e vivo proprio accanto al bosco e ogni giorno sono la a camminare e/o meditare.
Ti mando tanto Amore, anche a tutti a casa e alla tua associazione e accademia.
❤️🌹Aho🙏❤️💞
– Elena S. –
Nel 2013 vengo a conoscenza dell’Associazione il Richiamo di Catia Massari, decido di partecipare a una presentazione di cerchi di donne “Luna Rossa”. Quella sera decido di partecipare all’evento, è stata la scelta migliore che potessi fare per migliorare la mia vita. Catia mi è subito entrata dentro, la sua semplicità, il suo modo di esprimersi (fatti non parole) come dice sempre, poi il modo di presentare il progetto è stato per me un varco luminoso che si apriva. Da quel momento partecipo settimanalmente agli incontri: meditazione, reiki, cerchi di donne, viaggi sciamanici e tanti altri progetti. Catia in questi anni per me è stata un’insegnante, una guida, mi ha aiutato a comprendere la mia direzione, mi ha portato a fare chiarezza e comprende tante situazioni che mi causavano, dolore sia fisico, sia emozionale. Ad oggi la sensazione più forte è quella di avere imboccato la strada giusta per me. Catia in questo è stata la lanterna al mio fianco, pronta a sostenermi e a incoraggiarmi a trovare la mia direzione, il mio compito in questa vita. Grazie Madre di esserci sempre, un abbraccio di ❤️
– Monica N. –